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La fabbrica dei sogni non si ferma: cinema e audiovisivo, industria in crescita

30-03-2022

Un’industria che cresce e un significativo aumento dell’occupazione: è quanto emerge dalla giornata di confronto promossa da Anica dal titolo “La fabbrica delle immagini non si ferma. Le industrie cineaudiovisive al lavoro in un’Italia che vuole progredire” che si è svolta ieri al teatro Argentina di Roma alla presenza delle principali cariche istituzionali. I dati sull’occupazione sono stati forniti da Andrea Montanino di CDP - Cassa Depositi e Prestiti, che parla di 180mila posti di lavoro generati, con un aumento delle nuove attivazioni nel 2021 (primi 9 mesi) del 32% sul 2019 e del 77% sul 2020, una forza lavoro più giovane, più qualificata, con più donne e più competenze digitali rispetto alle medie nazionali. Si tratta di benefici piuttosto rilevanti poiché per ogni euro investito nell’audiovisivo, la produzione nell’insieme della nostra economia cresce del doppio (1,97 euro).

La giornata è stata l’occasione per discutere sulle priorità del comparto. “Il cinema non si è fermato neanche durante la Seconda guerra mondiale, poi ha accompagnato il boom economico e visto nascere talenti. Noi dell’ANICA vogliamo fare gioco di squadra, la nostra conferenza si svolge durante la pandemia e la guerra in Ucraina e serve a misurarci con l’impatto di questi fatti su un’industria resiliente e consapevole. La successione di pandemia e guerra pone la necessità di risposte efficaci”, ha sottolineato Francesco Rutelli, presidente di ANICA, nella sua relazione introduttiva, continuando che il valore di queste industrie può continuare a crescere, come è avvenuto durante il neorealismo o il boom economico e che è importante il “gioco di squadra tra istituzioni, industrie consapevoli del proprio ruolo, la crescita dei prodotti con la moltiplicazione delle modalità di fruizione e una nuova ondata di talenti”.

Dario Franceschini, ministro della Cultura, ha insistito sulla strategicità del comparto per la ripartenza: “l’Italia è lo Stato che ha messo la cifra in assoluto più grande di tutti i Piani nazionali di resilienza: 7 miliardi per il mondo della cultura. È stato fatto un investimento molto forte sul cinema e l’audiovisivo che durerà diversi anni. Si incrociano, così, l’attrattività italiana, la bellezza del Paese e il sapere dei mestieri legati al cinema con delle politiche fiscali (come il tax credit) che stanno attraendo grandi investimenti. Il cinema e l’audiovisivo sono tra i settori principali che traineranno la crescita industriale italiana”.

Il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni ha ricordato gli investimenti su Cinecittà: “Un investimento di tutto il Paese, non solo per Roma o per il Lazio. Può essere veramente un grande volano per l’economia del Paese e per raccontare i nostri territori. Perché quando parliamo di produzioni che prendono Cinecittà come fulcro e poi si spostano su tutto il territorio significa raccontare noi, quelle che sono le nostre radici e raccontare le nostre capacità e avere ricaduta occupazionale stabile”.

(Mo.Sa.)