Fa freddo in Storia di una notte, un freddo soprattutto emotivo che gela più l’anima che il corpo, perché generato dal dolore, mentre la natura circostante, apparentemente ostile, diventa il luogo per riconciliarsi con la vita. Il film, diretto da Paolo Costella e da lui scritto con Tania Pedroni, narra la storia di una famiglia colpita dalla tragedia della perdita di un figlio. Anna Foglietta e Giuseppe Battiston sono i protagonisti di un racconto ambientato in una Cortina insolita, che nasconde il suo fascino pittoresco e gioioso delle festività natalizie dietro la luce grigia e opaca di un lutto mai veramente affrontato.
Storia di una notte, al cinema dal 30 aprile con PiperFilm, è tratto dal romanzo "Nelle migliori famiglie" di Angelo Mellone, ma, sebbene in entrambi i casi l'ambientazione sia Cortina, nel film il paesaggio e la natura assumono una valenza e una potenza del tutto particolari: rispecchiano l'anima della storia e al tempo stesso costituiscono la spinta per una rinascita.
Anna Foglietta e Giuseppe Battiston interpretano Elisabetta e Piero, una coppia in procinto di separarsi, hanno due figli, Denis (Biagio Venditti) e Sara (Giulietta Rebeggiani). Un tempo erano una famiglia felice, ma la morte del loro primogenito Flavio (Massimiliano Caiazzo), ha generato in loro una frattura che sembra insanabile. A due anni dalla scomparsa del ragazzo, la famiglia sceglie di celebrare l’ultima Vigilia di Natale insieme a Cortina, ma sulle piste da sci Denis ha un incidente che riporta tutti in ospedale, ancora una volta a rivivere un trauma mai superato.
“Abbiamo girato in inverno ed è stato un film difficile anche per le condizioni ambientali. Ho insistito per Cortina perché è il luogo dell'immaginario dove si festeggia, dove c'è spensieratezza. Ambientare una storia così, tra l'altro il 24 dicembre, quando tutti festeggiano e fanno il cenone di Natale, ha fatto alzare gli occhi ai protagonisti e a me, ha fatto scoprire che intorno a questo paesino dove tutto è ovattato c'è una natura potentissima, ci sono queste rocce che avvolgono e che, ogni mattina quando andavamo a girare, avvolgevano tutto il nostro sguardo. È una natura potente che attira in qualche modo e che suggerisce ai protagonisti, sulla spinta del personaggio di Sara (la figlia minore), che forse lì si può recuperare la memoria emotiva di qualcosa di perso che potrebbe essere preziosa per il futuro. Quell’ambientazione è stata importante”, spiega il regista Paolo Costella.
Una fotografia leggermente livida, naturalmente fredda, restituisce il clima emotivo in cui sono immersi i protagonisti di Storia di una notte che contrasta con un ambiente che generalmente invece evoca tutt’altri stati d’animo. Ma il paesaggio innevato e la natura circostante hanno anche un altro valore per Anna Foglietta che dice: “C'è la natura, dirompente e violenta, con le montagne e la neve, che fanno recuperare ad Elisabetta una componente istintiva animalesca che spesso noi esseri umani dimentichiamo”.
Le riprese di Storia di una notte si sono svolte in pieno inverno, una scelta necessaria per il regista, che però avrebbe reso assai difficile girare soprattutto le diverse scene in notturna. “Ci siamo salvati grazie ad una scelta di natura produttiva – spiega Costella - C’era un freddo terrificante anche a mezzogiorno, quindi abbiamo girato con quella che viene chiamata ‘notte americana’, tecnicamente ‘day for night’, cioè si gira di giorno e poi in postproduzione l’immagine viene portata alla notte”.