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'Stolen: heist of the century' - Al MIA il racconto delle riprese a Torino

07-10-2025 Monica Sardelli Reading time: 3 minutes

Il panel The (second) Italian Job: Stolen, Heist of the Century - an Italian shooting case history è stato l'occasione per raccontare le riprese a Torino del documentario che racconta il furto del secolo. Hanno partecipato Mark Lewis, Film Director and Executive Producer di Raw TV (UK), Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte, Chiara Messineo, Executive Producer (UK), Davide Valentini, a capo della sezione Documentary/Factual Series, EiE film (Italy).

La storia è nota come "il colpo di Anversa" (la serie Prime Video Everybody Loves Diamonds con Kim Rossi Stuart nei panni di Leonardo Notarbartolo, mente della banda, ne ricostruisce le vicende): a metà febbraio 2003 un gruppo di ladri riesce a penetrare nel blindatissimo caveau dell’Antwerp Diamond Center, situato ad Anversa, nel cosiddetto distretto dei diamanti.

Si stima che siano stati sottratti diamanti per un valore compreso tra 100 milioni e mezzo miliardo di dollari che non verranno mai più ritrovati. Dietro il colpo si nasconde una banda di maestri del furto di gioielli di origini italiane, noti come "la scuola di Torino". A vent'anni di distanza, il documentario svela come ci sono riusciti.

In Stolen: heist of the century, girato come un vero e proprio film crime, per la prima volta gli investigatori di Anversa che hanno risolto il caso e Notarbartolo, il presunto cervello della banda, si incontrano per svelare nei dettagli cosa è davvero accaduto e i segreti del "furto del secolo".

Il documentario è la seconda collaborazione, dopo Vatican Girl, tra la produttrice Chiara Messineo e il regista Mark Lewis sempre per Netflix ed è coprodotto da Amblin Documentary.

I produttori hanno raccontato della collaborazione con la film commission nel location scouting per la ricostruzione dei luoghi dell'evento – parte della storia si svolge a Torino, prima di toccare Anversa e altre città europee – e nella richiesta dei permessi.

Torino, ha spiegato Mark Lewis, è stata la prima scelta di diverse opzioni sia per la qualità delle location (reali e ricostruite) sia per la disponibilità della Film Commission nel realizzare tutte le richieste (a volte impossibili) della produzione. 

Per le scene di azione sono stati coinvolti oltre 90 professionisti, 6 attori principali, e per ricostruire il post office, una delle principali location in cui si svolge l'azione, è servita una preparazione di 5 settimane. Si tratta di un edificio abbandonato, appartenente a Trenitalia e Poste Italiane, concesso dopo una trattativa in cui la film commission ha convinto i proprietari sull'importanza di avere sul territorio un importante progetto internazionale.

"Era la prima volta che giravo a Torino" ha specificato Mark Lewis, che ha concluso: "Le storie italiane sono spesso incredibili. Considero un privilegio lavorare qui"