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I 50 anni di Pasqualino Settebellezze

15-12-2025 Monica Sardelli Reading time: 4 minutes

Nella sua vasta filmografia, Lina Wertmüller ha spesso scelto di dare voce agli ultimi, gente vera nei suoi difetti e forte delle proprie debolezze che si trova ad affrontare o a subire le difficoltà della vita. 

Tra questi, non si può non ricordare Pasqualino Settebellezze, che nel 1977 valse alla Wertmüller la prima nomination all'Oscar come miglior regista per una donna. Il film fu candidato anche miglior film in lingua straniera, miglior attore protagonista per Giancarlo Giannini e migliore sceneggiatura originale alla regista. Era uscito in sala il 20 dicembre del 1975, esattamente 50 anni fa.

Nel cast figurano Fernando Rey, Elena Fiore, Piero Di Iorio, Shirley Stoler, Roberto Herlitzka, Enzo Vitale, Pietro Ceccarelli, Barbara Valmorin, Anna Recchimuzzi, Francesca Marciano, Ermelinda De Felice, Lucio Amelio, Roberto Erliska, Bianca Doriglia. Le musiche originali sono di Enzo Jannacci.

Pasqualino Settebellezze, location e trama

Pasqualino è l'unico uomo in una famiglia di 7 donne piuttosto brutte (da qui il soprannome "Settebellezze"). Nella Napoli degli anni Trenta è un guappo: uno di quelli che “si fanno rispettare”. Ma la realtà è ben diversa: non si può pensare di essere rispettati se la maggiore delle sorelle fa la prostituta.

Don Raffaele, boss locale, glielo rammenta mentre si fa lustrare le scarpe nella Galleria Principe di Napoli. Uno sgarro che richiede un delitto d’onore: questo si consuma ad Aversa (CE). Tuttavia le cose non vanno come sperato.

Nonostante il tentativo di fuga, Pasqualino viene arrestato per l'omicidio del seduttore della sorella, viene processato nella sala dei Busti all’interno di Castel Capuano, condannato e rinchiuso nel Castello Aragonese di Baia, a Bacoli (Napoli).

Dopo il manicomio criminale si arruola per la guerra dove conosce l’orrore del nazismo. Per una serie di vicissitudini viene rinchiuso in un lager (ricostruito nell’ex stabilimento delle cartiere Tiburtine a Tivoli) ma riesce a sopravvivere grazie alla filosofia del "tirare a campà". L’esperienza vissuta lo ha cambiato profondamente.

Giancarlo Giannini e Lina Wertmüller

Giancarlo Giannini dà vita ad un personaggio straordinario: viscido, opportunista, in grado di cavarsela in tutte le situazioni, compreso l'orrore del campo di concentramento. Pasqualino è un uomo che "tira a campare", scende a compromessi, anche i peggiori, pur di sopravvivere, come corteggiare la responsabile del lager in cui è rinchiuso, o fare da kapò, ovvero colui che sceglie i prigionieri da mandare a morte. 

Il film affronta, nello stile grottesco tipico della Wertmüller, i temi della sopravvivenza, della maturità raggiunta a scapito di indicibili sofferenze, di come la guerra rimanga una macchia indelebile nelle persone che l'hanno attraversata e vissuta. Un'amarezza travestita da umorismo, che alla fine svela la sua maschera evidenziando tutta la drammaticità della storia. Pasqualino ce la fa, ma quando torna nella sua Napoli, una città tragicamente ferita, non ha più nulla di cui pavoneggiarsi: è un uomo sconfitto, umiliato, profondamente provato dall'esperienza vissuta. Eppure è vivo e questa è l'unica cosa che sembra contare.

Pasqualino Settebellezze, che ebbe un grande successo anche all'estero, è uno dei personaggi più riusciti del sodalizio tra Giancarlo Giannini e Lina Wertmüller, qui alla quarta collaborazione. Tra i tanti ruoli che Giannini ha interpretato per la prolifica regista romana, non si possono non ricordare Gennarino Carunchio, scontroso marinaio siciliano vessato e vessatore nel memorabile Travolti da un'insolito destino nell'azzurro mare di agosto (1974) o, andando a ritroso, Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), in entrambi i casi in coppia con la compianta Mariangela Melato.