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‘Anna’, la Roma della Magnani nel film di Monica Guerritore

20-10-2025 Vania Amitrano Reading time: 3 minutes

Il 21 marzo 1956 Anna non andò a Los Angeles, attese il verdetto degli Oscar a Roma vagando tra i vicoli del centro storico dove fu il popolo della sua città all’alba ad acclamare la sua vittoria per La rosa tatuata. Monica Guerritore interpreta e dirige quella che lei stessa ci tiene a definire, più che esordio, la sua “prima opera” su Anna Magnani. Un titolo semplice, Anna, per ricordare la persona che fu la grande attrice, icona del cinema italiano, nota in tutto il mondo. Il film, che vede anche la partecipazione di Tommaso Ragno nei panni di Roberto Rossellini e Lucia Mascino in quelli dell’agente Carol Levi, è stato presentato alla 20ª Festa del cinema di Roma nella sezione Grand Public ed è in sala dal 6 novembre con Notorius Pictures.

Anna segue la vita dell’attrice a partire da quella notte che la consacrò nell’olimpo degli attori di fama mondiale, senza però realizzare davvero i suoi desideri, né come attrice né come donna.  Nonostante la vita personale e professionale le riservino poi prove importanti e dolorose, con l’amore tragico per Roberto Rossellini e la prova difficile come madre, Anna non perde mai la sua unicità, il suo carattere verace, passionale e impetuoso.

Monica Guerritore, sceneggiatrice, regista e interprete di Anna, tratteggia il profilo di un’attrice nata a Roma che la sua città se la porta dentro e la abita come fosse la sua stessa casa. “Roma porta con sé questi scorci un po' arcaici: il ponte diroccato sull'Isola Tiberina che  sembra un quadro di William Turner, la scalinata di Trinità dei Monti, le stradine, le piazzette e i viottoli, dove Anna incontra la gente, che ricordano tanto i film di Fellini", spiega Guerritore che tiene a sottolineare l’indispensabile apporto al film del direttore della fotografia Gino Sgreva. “Ho lavorato su immaginario che si ricollega a film come Le notti di Cabiria (1957) con la piazzetta dove Anna incontra la donna dai capelli rossi e il vecchietto, La notte (1961) di Antonioni e Gli amanti (1958) di Louis Malle con la donna che esce col cappotto”.

Anche l’acqua, rappresentata soprattutto dallo scorrere del Tevere, ricopre un ruolo simbolico importante nel film: “È un elemento che ricompare spesso nel film. Oltre che con il Tevere, l’acqua torna anche al Circeo e nella parte ambientata in Svizzera, ma girata a Manziana. L'acqua è così importante che quando Anna muore faccio vedere il Tevere che se la porta via”.